se ti avvicini ti faccio vedere.
ti faccio vedere che c’è una piccola ferita per ogni volta che ci ho creduto davvero, per ogni volta che ho pensato «dai, secondo me ce la facciamo» e c’è un taglio molto più profondo per quando ho capito che no, non sarebbe successo.
adesso, se ci passi sopra il dito le senti tutte, le cicatrici, senti che la carne è ancora un po’ gonfia.
e mi fanno sempre male quando piove.
però alla fine hanno smesso di sanguinare, hai visto?
e se ci appoggi sopra la tua mano aperta, come in una carezza, quasi quasi non si vedono più.
quasi quasi.
serve la mano giusta.
Bel pezzo. E bello trovare una mano delicata che sappia coprire quelle cicatrici.
grazie. io spero tanto che funzioni, ecco.
(E’ bello e difficile quello che descrivi, Paola. E pare di averlo sentito, e pare di sentirlo, anche a me. E spero anch’io.)
Bellissimo il post. Riesci a fare capire come si sta, a chi ci è stato così… chissà, non ho mai avuto il dono della sintesi in queste cose. Forse è solo, perchè da uomo, quando vivi queste situazioni, sei troppo impegnato a scazzottare col tuo orgoglio, o forse ancora una volta è la capacità femminile, di lasciarti “in mutande” con una frase. complimenti…
Laura, te lo auguro tantissimo. Lo sai.
Grazie Macondo, lo prendo come un complimento ;)