ci sono alcune persone che tecnicamente non avrei mai dovuto conoscere.
non sono state in classe con me, non le ho conosciute sul lavoro e neanche fuori, magari a un concerto o in un locale.
non sono amici di amici, non sono vicini di casa, compaesani, e non li ho conosciuti in vacanza.
tecnicamente, non ci siamo mai presentati.
ci siamo letti.
che non vuol dire niente e vuol dire tutto.
vuol dire che abbiamo passato degli anni a raccontarci le vite, le opinioni, le foto.
a litigare, a innamorarci, a ingelosirci, e poi, dopo un po’, con coraggio e molta timidezza, anche a vederci.
e sono tutte persone che se mi chiedi: ma come vi siete conosciuti?
la risposta è non lo so.
la verità è che è come se ci conoscessimo da sempre e non ci fossimo visti mai.
ma sono persone di cui so più cose, e cose più intime, di gente che vedo tutti i giorni.
sono persone a cui voglio un bene sincero, e di cui, se non ci avessero buttato a forza su facebook, non saprei neanche il cognome.
è un legame invisibile, che permea l’Italia, che tocca quasi tutte e città, che intreccia mille mondi e mille lavori. è un legame di quelli che quando succede qualcosa di bello o di brutto a uno di noi, vedi come un movimento, un animale fatto di persone che a sincrono si muove, si stringe, si abbraccia.
alcune delle persone a cui voglio più bene, io, non le ho viste mai.
(o forse una volta, a un camp, mille anni fa).

E poi ci sono i blog…
te li ricordi?
[Non sono sicuro che si capisca ma] Noi i passeggeri, friendfeed l’isola.